1. Preparare l’organizzazione prima della tempesta: quali sono i portatori di interesse rilevanti? chi è il portavoce designato? È preparato per affrontare i media? Chi compone il comitato di crisi? Chi tiene il registro delle richieste e delle azioni svolte? Non avere una risposta a queste domande quando la crisi è scoppiata può essere molto pericoloso.
2. Riconoscere una vera crisi: non ogni problema rappresenta una crisi. Dotarsi di strumenti per rilevare e distinguere i problemi seri dai normali imprevisti quotidiani permette di agire velocemente quando serve, evitando la trappola dell’Al lupo! Al lupo! Qualche esempio concreto? Implementare un sistema di social media listening, avere un processo chiaro e condiviso per segnalare potenziale problemi, creare brevi check list per valutare se ci si trova davanti a una crisi, ecc..
3. Pianificare: definire cosa fare senza dimenticarsi stakeholder rilevanti, identificare le priorità, sia in termini di azioni che di messaggi. Stabilire la rotta è fondamentale, anche nel cuore della tempesta.
4. Agire: definiti obiettivi, ruoli e contenuti, è tempo di agire, con la testa e il cuore, ma non con la pancia.
Durante una crisi tutto accade molto velocemente. Reagire prontamente è fondamentale, ma facendo i passaggi giusti, per non pentirsene in seguito.